Multe (false) ai turisti | |||
Di
ritorno dalla Grecia mio marito e io siamo passati attraverso la
Bulgaria. Preavvisati sulla facilità con la quale la polizia
commina multe, abbiamo pedissequamente seguito il Codice della
strada. A Sofia, a uno dei primi semafori veniamo fermati dalla
polizia. L’agente ci chiede i documenti e intima a mio marito di
seguirlo in caserma, dove con altri due colleghi gli contesta il
passaggio col semaforo rosso, cosa assolutamente priva di
fondamento. Il poliziotto minaccia allora il sequestro dei nostri
passaporti se non sarà pagata un'ammenda da «65 euro in su»: l’operazione
andrà effettuata in un'altra caserma molto lontana, dove sarebbe
steso il verbale da riconsegnargli poi personalmente. Naturalmente
la soluzione c'è: pagare «solo» 60 euro, a lui, senza ricevuta,
con riconsegna immediata dei documenti. Forse sarebbe il caso di
spiegare alle autorità bulgare qual è la funzione della polizia
nei Paesi civili: catturano i ladri e non depredano i turisti,
giacché - secondo me - di un furto si è effettivamente trattato. Maria Bossi, Venezia Lettera al Corriere della Sera 07/07/2003
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