Attento ai Bulgari | |||
"Attento ai bulgari" ti dicono i rumeni, raccontando di stranieri rapinati e lasciati in mutande sulla strada.
Ma alla frontiera di Ruse la polizia è corretta, persino allegra. "Italia? Viva!". L'intesa è istantanea. Senti di entrare in un Paese dal tessuto sociale meno stressato, in un'isola di coesistenza etnica. Fa un freddo boia, fuori è l'ora dei muezzin, il "Bosfor" riparte con uno scossone verso la spina dorsale dei Monti Balcani, la coda di scorpione dei Carpazi. Ti inghiotte un buio totale, la motrice diesel ansima in salita tra muraglie di neve, soldati che spalano, boschi da briganti e stazioncine con scritte incomprensibili in cirillico. Il segnale di campo scompare dal telefonino. Paolo Rumiz - "La Repubblica" - 15.03.2000
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