![]() Percentuale di popolazione non in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione Balcani: inverni in abitazioni fredde e città inquinate? Qualcosa sta cambiando 06.03.2019 Molti cittadini dell'Europa sud-orientale non possono permettersi di scaldare adeguatamente la propria casa. L'impatto sulla loro salute e sull'inquinamento atmosferico è grave, ma la povertà energetica ha iniziato a diminuire Il 37% della popolazione bulgara non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione in inverno. Un problema che tocca in modo consistente anche i paesi confinanti, come la Grecia, la Macedonia del Nord e la Turchia, e in misura minore la Romania. Le difficoltà di riscaldamento toccano l'8% degli abitanti dell'Unione europea nel suo complesso: una percentuale nettamente inferiore, ma che comunque indica che più di 40 milioni di cittadini dell'Ue hanno vissuto il freddo quest'inverno. La difficoltà a scaldarsi è una delle manifestazioni più immediate e tangibili della povertà: sono poche le altre esigenze umane più basilari. In effetti, il problema è innanzitutto economico. In paesi come la Macedonia del Nord, la Bulgaria e la Romania le famiglie arrivano a spendere in media il 10-12% del loro reddito per il riscaldamento, a fronte di una media del 7% per i paesi dell'Europa meridionale - ma nonostante questo sforzo molti cittadini rimangono comunque al freddo. Il problema della legna e del carbone Pur essendo più accessibili rispetto al gas o all'elettricità, i combustibili solidi provocano però problemi ambientali molto seri: non è un caso se le città dell'Europa sud-orientale in inverno raggiungono picchi allarmanti di inquinamento da PM2.5, le polveri sottili più pericolose per la salute. La ricaduta dell'inquinamento atmosferico è estremamente pesante, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il ricorso al legno e al carbone per il riscaldamento domestico sia responsabile ogni anno di circa 61.000 morti premature in Europa. Abitazioni più calde e più salubri Questa evoluzione non è solo un indice del graduale aumento del reddito pro capite, che anno dopo anno permette alle famiglie di acquistare più combustibili. È in corso un rinnovamento del patrimonio edilizio, segnalato da molti indicatori: le case sono meno soggette alle infiltrazioni e all'umidità, dispongono sempre più spesso di servizi igienici - e sono meglio isolate, dunque costa meno tenerle calde d'inverno. Le ristrutturazioni e la sostituzione delle stufe con impianti elettrici e a gas non ricadono solo sui privati: le autorità pubbliche intervengono a diversi livelli con incentivi e finanziamenti, che però non sono sufficienti. Per quanto riguarda l'Unione europea, questi sforzi ricadono nel pacchetto di iniziative "Energia pulita per tutti gli europei" , che da un lato cerca di ridurre il ricorso a fonti inquinanti e dall'altro punta ad affrontare per la prima volta in modo diretto il problema della povertà energetica in Europa. D'altra parte la possibilità di accedere ai servizi energetici è stata riconosciuta come uno dei diritti sociali di cui tutti i cittadini europei devono godere. Autore: Lorenzo Ferrari Fonte: Osservatorio Balcani e Caucaso Per approfondire: Notizie di Economia Commenta questa notizia Notizie
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