![]() L’anarchico Georgi Šejtanov – uno sguardo dall’Italia cento anni dopo 14.03.2018 - Pisa Il discrimine decisivo è tra comunisti all'opposizione e comunisti al potere Il 14 febbraio sono passati 122 anni dalla nascita di Georgi Vasilev Šejtanov, anarcocomunista, che ci ha lasciato una storica eredità nell'ambito del pensiero sociale e nella maturazione ideale, sociale e etico-filosofica dell'anarchia bulgara del XX secolo. E' merito di Hristo Karastojanov di aver riportato l'attenzione di un pubblico di lettori più esteso sul legame fraterno tra due grandi protagonisti della storia e della cultura bulgara del primo quarto del XX secolo, Geo Milev e Georgi Šejtanov. Il denso e appassionante romanzo Една и съща нощ segue, in una riuscita combinazione tra dati storici accertati e supposizioni e invenzioni dell'autore, le vicende parallele dei due grandi personaggi concluse tragicamente, nel 1925, con il brutale assassinio di entrambi da parte di strutture criminali dell'apparato poliziesco dello stato nel corso del baccanale insanguinato del "terrore bianco". E' indubbio che il fascino di un combattente per la libertà e il riscatto degli oppressi come Šejtanov abbia contribuito alla ardente e ispirata qualità artistica innovatrice di un poema come "Settembre", un vero gioiello isolato della poesia bulgara di tutti i tempi, che assomma a trama e dettati dell'espressionismo europeo anche alcuni procedimenti futuristi introdotti da Marinetti. Šejtanov sponsorizza la nascita di "Пламък" coi soldi degli anarchici (cosa non gradita ai suoi compagni), così come anni prima Bojan Danovski, accompagnatore e traduttore della mamma e della sorella di Georgi Dimitrov al processo di Lipsia, aveva finanziato la rivista "Везни". L'interesse per Šejtanov ha prodotto ultimamente importanti pubblicazioni come il volume Власт и безвластие di Чавдар Добрев. Vladimir Šejtanov, nipote di un fratello del grande Georgi, ha scoperto nella Biblioteca nazionale, nuovi importanti articoli del grande anarchico, usciti nel 1923 nel giornale clandestino "Протест", pubblicati nel volumetto "Къде сте?" Molti anni fa avevo scritto un articolo sullo scrittore e giornalista ceco Karel Havlíček Borovský, che si era adoperato personalmente per impedire l'accesso di Bakunin al congresso slavo di Praga. E che aveva scritto molto contro i socialisti dell'epoca, principalmente francesi. Era un democratico libertario e radicale e i suoi giornali venivano regolarmente vietati e chiusi dal governo reazionario austriaco. Alla fine venne internato a Brixen, l'odierna cittadina italiana Bressanone, dove scrisse il suo celebre poema "Il battesimo di San Vladimiro".
Personalmente non riesco a rassegnarmi all'eterna disputa tra comunisti e anarchici. Ed ecco qualche mia, forse ingenua, considerazione. In linea di principio l'ideale delle due correnti politiche e filosofiche è identico: una società senza classi, libertà, giustizia e uguaglianza. Nel corso della lotta per questo comune ideale dobbiamo però distinguere due fasi nettamente distinte: la prima è la lotta contro il sistema capitalistico e l'altra, dopo l'abbattimento del sistema, quella della costruzione di una società nuova. Gli anarchici credono, forse con un qualche idealismo ingenuo, che i produttori liberi siano in grado di organizzarsi in maniera armonica e senza conflitti. I comunisti invece, anche se credono che la macchina statale sia in seguito destinata ad estinguersi, rafforzano il ruolo dello stato e liquidano gli alleati anarchici, da Kronštadt alla distruzione delle roccaforti anarchiche a Mosca e a Pietrogrado, fino alle vicende della guerra civile in Spagna. E in ciò consiste l'eterna tragedia della lotta tra due forze di sinistra. Come cittadino ansioso per l'uguaglianza e la fraternità degli uomini, apprezzo fino in fondo, specie in questi tempi oscuri e pregni di sopraffazione, ultranazionalismi, violenza e razzismo, la scelta del "fronte unico" di tutte le forze democratiche e progressiste. Come filologo e letterato sono grato a Šejtanov per aver permesso, contro l'opinione dei suoi compagni, che sostenevano che Geo "non è dei nostri" la nascita della rivista "Пламък", anche se "Settembre" ha significato la condanna a morte di Geo Milev. Autore: Giuseppe Dell'Agata Fonte: Duma Links Commenta questa notizia Notizie
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