![]() Un'immagine tratta dal film “Ága” del bulgaro Milko Lazarov Festival di Berlino, ancora Romania - Presentato "Ága" del bulgaro Milko Lazarov 09.03.2018 "Touch Me Not" dell'esordiente romena Adina Pintilie, ha vinto la 68ma edizione del Festival del cinema di Berlino, conclusosi lo scorso 24 febbraio. Una rassegna sui film dell'est [Si segnala anche la presentazione del film fuori concorso "Ága" del bulgaro Milko Lazarov, ndr, Bulgaria-Italia] La Romania del cinema ha colpito ancora. L'Orso d'oro del 68° Festival del cinema di Berlino è andato a "Touch Me Not" dell'esordiente romena Adina Pintilie, che ha vinto pure il premio di migliore opera prima. Una conclusione a sorpresa e un verdetto che ha sconcertato molti. Il film più criticato della competizione, che aveva irritato buona parte degli addetti ai lavori, ha invece convinto due giurie, compresa la principale. Nella scelta dei giurati (presidente il regista tedesco Tom Tykwer, noto per "Lola corre" e il recente "Aspettando il re") ha di certo avuto un peso che si trattasse dell'opera di una regista donna in un periodo di slogan come #metoo. E il Gran premio della giuria a "Twarz - Mug" della polacca Małgorzata Szumowska conferma il politicamente corretto della scelta, anche se Berlino ha spesso premiato registe (compresa la bosniaca Jasmila Zbanić con "Grbavica - Il segreto di Esma" nel 2006) e proprio lo scorso anno vinse la cineasta ungherese Ildiko Enyed con il bel "Corpo e anima". Ha inciso parecchio anche il trattarsi di un film strano, fuori dai canoni, in qualche modo sperimentale. Anche il tema, il rapporto con il corpo e il sesso, con persone di varie età che hanno problemi con il corpo e il toccare e toccarsi e cercano di superare in qualche modo la difficoltà, ha il suo interesse. Pintilie, che ha all'attivo il bel documentario "Nu te supara, dar…" (2007), mescola e confonde finzione e documentario, senza un vero racconto, con un susseguirsi di situazioni legate da una donna cinquantenne che incontra persone e dialoga con loro sul corpo, le difficoltà di accettarsi, di toccarsi e farsi toccare. La Pintilie è solo omonima di Lucian, il più conosciuto regista romeno (tra le opere principali "Ricostituzione - Reconstituirea" del 1968 e "Terminus Paradis" del 1998) prima dell'avvento di Cristi Puiu, Cristian Mungiu e la generazione che in questo secolo ha conquistato innumerevoli riconoscimenti.
Apprezzabile "Ága" del bulgaro Milko Lazarov, presentato fuori concorso come film di chiusura della selezione ufficiale. Il cacciatore di renne Nanook vive con la moglie Sedna in una yurta isolata su una grande distesa di neve in Yakuzia. Cacciano, pescano facendo fori nel ghiaccio, vivono con poco, non si lamentano, vivono in un luogo di leggende e miraggi, dove ci si raccontano i sogni o si ascolta e commenta la quinta di Mahler alla radio. La figlia Aga ha fatto qualcosa di grave e se n'è andata, ora lavora in una miniera di diamanti, come apprendono dal figlio Chena che li va a trovare. Una distesa bianca, limitata solo dalle montagne in lontananza, anche il cielo è azzurro chiaro, il senso di solitudine non è alterato neppure dalle scie degli aerei che passano in cielo. Nanook seppellisce anche gli animali che trova morti in giro, quasi si prepari a seppellire la moglie malata, come se uomini e animali fossero tutt'uno con la natura. Il film esprime un sentimento di unione e partecipazione, come se tutti formassero una grande famiglia, ed è l'elegia anche dolente di un mondo che finisce. Lazarov guarda a Robert Flaherty (fin dal nome del protagonista) e Akira Kurosawa, ma non copia, cerca l'emozione, con un'opera molto scritta e molto rispettosa, che si rivolge a un pubblico vasto. Autore: Nicola Falcinella Fonte: Osservatorio Balcani e Caucaso Commenta questa notizia Notizie
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