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Le reazioni bulgare alla presa di posizione di Putin sul progetto “South Stream”
03.12.2014Le dichiarazioni del presidente della Federazione Russa in merito alla cancellazione del progetto "South Stream" hanno avuto un grande impatto in Bulgaria. Secondo Vladimir Putin, il fatto che il governo di Sofia non abbia ancora autorizzato il passaggio del gasdotto su proprio territorio è alla radice della impossibilità di proseguire il progetto. "La Ue continua a ostacolare il progetto - ha detto il presidente russo in visita in Turchia - se continua così porteremo il nostro gas altrove".
Tali affermazioni, come riferisce BGNES, sono state oggetto di una presa di posizione dal vice primo ministro Tomislav Donchev. Ricordando che per la questione degli appalti per il South Stream la Bulgaria è attualmente sottoposta ad una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea il vice-premier ha detto che il governo non può fare nulla in questa situazione. Donchev ha inoltre avuto nella giornata di ieri una serie di colloqui con membri della Commissione europea facendo presente che l'eventuale sospensione del progetto sta causando preoccupazione in Bulgaria.
Il Commissario per l'Energia Maros Sefcovic ha dato assicurazioni che la Bulgaria può contare sull'assistenza dell'Unione per la costruzione di un percorso alternativo attraverso la Grecia. "Ho accettato l'offerta con gratitudine, ma ho risposto categoricamente che tale mossa in ogni caso non può essere considerata una alternativa al South Stream. Può essere solo un primo passo, ma non una alternativa", ha detto Donchev.
L'ex ministro dell'energia bulgaro, Rumen Ovcharov, secondo quanto pubblicato da la Voce della Russia, crede che la Bulgaria abbia perso la sua occasione: "Non penso che la Russia perderà qualcosa, se chiude il progetto. Per la Bulgaria, invece, saranno guai. Nella fase iniziale del progetto siamo riusciti a far credere alla Russia di essere un partner affidabile. Ci è venuta incontro, accettando di costruire il tratto sottomarino, anche se con questa soluzione i costi triplicavano. Allora per Mosca era importante avere un partner in Europa meridionale, perché la Turchia, in quel momento, si posizionava come un satellite degli USA. Adesso la situazione è cambiata, la Turchia è diventata molto più indipendente. Significa che le priorità sono cambiate.
La Bulgaria aveva una chance per garantire la propria sicurezza energetica con tre megaprogetti - Burgas-Alexandroupolis, South Stream e Belene. Purtroppo, abbiamo perso la nostra occasione, non avendo in pratica nessuna alternativa. I governanti si sono comportati in maniera inadeguata e poco intelligente. Chi perde, purtroppo, è la Bulgaria."
Secondo il presidente Rosen Plevneliev, come riferisce la Radio Nazionale Bulgara (BNR), una soluzione non può che essere frutto di un confronto diretto tra Russia ed Unione Europea. "South Stream non è un progetto tra Russia e Bulgaria ma tra Russia e Ue. Attualmente abbiamo una dichiarazione politica, ma non abbiamo niente per iscritto; quando arriverà una posizione chiara da parte russa, essa sarà discussa nell'ambito della Commissione Europea che è il partner decisivo per l'inizio del progetto. Solo allora il governo avrà la possibilità di dire qualcosa di concreto. Fino ad allora si tratta solo di valutazioni politiche".
Infine il vice-presidente della Commissione europea Kristalina Georgieva ha detto che il modo in cui la Russia ha annunciato la sua decisione ha confermato ancora una volta quanto sia importante non essere dipendenti da un'unica fonte di gas, ed ha ricordato che la Commissione ha sempre sostenuto che i nuovi gasdotti devono essere costruiti in conformità con la legislazione europea. Autore: P.M.
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Per approfondire: Notizie di Economia
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