Leningrad, il nuovo progetto di Giuseppe Tornatore
24.03.2013
Il progetto del registra e premio Oscar Giuseppe Tornatore di girare un film sui 900 giorni dell'assedio di Leningrado starebbe finalmente decollando. Il progetto iniziato un decennio fa ed interrotto più volte, sarebbe ad un punto di svolta, come riferisce un articolo di Panorama: o partirà la pre-produzione entro due mesi oppure la sceneggiatura diventerà un libro.
In passato un progetto di Sergio Leone sull'assedio, durato dal 8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, si interruppe a causa della morte del registra avvenuta nel 1989. Tornatore racconta che "nonostante quel che si è scritto, il soggetto è totalmente mio, non è mai esistita una sceneggiatura di Leone. Sergio non l'ha mai scritta benché fosse a un passo dall'accordo con i russi. Esistono due paginette con l'incipit del film, un folle piano sequenza da fare tremare i polsi a qualsiasi regista: dal primo piano sulle mani di Dmitri Shostakovich intento a comporre la Settima sinfonia in pieno assedio, l'inquadratura, senza stacchi, si allarga alla strada, al movimento di volontari che salgono sui bus, raggiungono i soldati russi e le trincee alle porte di Leningrado, e da lì una panoramica aerea sulla steppa infinita arriva a inquadrare mille carri armati tedeschi."
Oggi grazie alle nuove tecnologie progetti di questa complessità sono realizzabili. Secondo le intenzioni di Tornatore, il film con un budget stimato di 100 milioni di dollari verrà girato tra i dintorni di San Pietroburgo e la Bulgaria, negli studi di Boyana alle porte di Sofia.
Partner nell'impresa è la Nu Image, casa di produzione cinematografica statunitense con sede a Los Angeles, guidata da Avi Lerner, che nel 2005 ha acquisito la Boyana Film per 6,2 milioni di euro, il più grande film studio dell'Europa orientale. Da allora molti film americani ed europei sono stati girati in Bulgaria.
Rispetto a questa scelta Tornatore afferma che oltre a motivi di economicità, "una storia di guerra dove non sventola nessuna bandiera a stelle e strisce resta difficile da far digerire ai produttori americani". Infatti "con il produttore americano Avi Lerner abbiamo trovato l'accordo su alcune modifiche alla sceneggiatura per renderla, per quanto possibile, meno tragica e cupa."
La Strada della Vita che metteva in comunicazione Leningrado, cinta d'assedio dalle truppe naziste che avevano invaso l'Unione Sovietica, con il Lago Ladoga. Fotogramma dal film "The battle of Russia" (USA, 1943).
Perché raccontare oggi avvenimenti accaduti 70 anni fa?
Tornatore racconta a Panorama che: "Secondo i calcoli di Adolf Hitler, che aveva già fissato i festeggiamenti per la capitolazione all'Hotel Astoria di Leningrado per il 9 agosto 1942, in tre mesi sarebbero stati tutti sterminati. E invece hanno resistito tre anni, anche se le scorte di viveri della città isolata bastavano per soli 30 giorni. Questa vicenda è più che mai attuale, una grandiosa metafora della contemporaneità. L'intero pianeta oggi è un'immensa Leningrado assediata dal nemico, terrorismo, recessione, fondamentalismi, conflitti, e incapace di intravedere un futuro certo. Ma deve resistere".
"A colpirmi è stato soprattutto il violento desiderio di sopravvivere a tutti i costi. Nella capitale culturale e artistica dell'ex Urss, durante l'assedio, i cittadini hanno continuato a organizzare concerti e mostre, a tenere aperti i teatri, girare film, proteggere i tesori dell'Ermitage. Facevano tutto questo mentre morivano, il che li rendeva imbattibili, mentre il nemico, rifocillato, pensava solo a sparare. Con la cultura non si mangia, come piace dire a qualcuno, ma si sopravvive. Tenendo viva, e alta, la testa".