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Attentato a Wojtyla, la Cia ed il falso della pista bulgara
20.04.2011l numero di colpi sparati e la reale identità dei mandanti. Trent'anni fa Giovanni Paolo II fu ferito da Alì Agca. Nuove carte e testimonianze smontano le ipotesi finora tracciate. Esecutori e mandanti furono gli stessi: i Lupi grigi. Una montatura della Cia dietro la pista bulgara. E la giustizia italiana fallì
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LA CIA E IL FALSO DELLA PISTA BULGARA
Non ci furono mandanti, perché i Lupi grigi organizzarono il piano da soli. Né ci sono - come non ci sono mai stati, del resto - documenti in proposito, al di là delle minute disegnate dall'attentatore. Il progetto avvenne in puro stile criminale, nello stile del gruppo. La pista bulgara fu un falso. Un'operazione fortunata e di grande successo, cavalcata ancora oggi da alcuni politici e magistrati, soprattutto in Italia, ma preparata a tavolino. Fu ideata dalla Cia, addirittura un anno e mezzo dopo l'attentato, alla fine del 1982, dopo che un gruppo ristretto costituitosi all'interno del Centro di studi internazionali e strategici di Washington e guidato da Michael Ledeen (lo stesso analista che nel 2003 inventerà la pista dell'uranio arricchito in Nigeria venduto all'Iraq come motivo dell'attacco di Bush a Saddam Hussein), sulla spinta dal segretario di Stato americano, il "falco" ex generale Alexander Haig, scatenò una campagna di accuse contro Sofia, per colpire l'Unione Sovietica allora considerata dall'amministrazione Reagan come l'Impero del Male.
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Titolo originale: Attentato a Wojtyla, l'ultima verità il mistero della terza pallottola
L'articolo completo su Repubblica.it
Autore: Marco Ansaldo Fonte: La Repubblica
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