Come schiavi in azienda 05.10.2010 Denunciato il titolare di un laboratorio ceramico abusivo di Castellarano. I Carabinieri in un blitz hanno trovato tre bulgari costretti a lavorare senza stipendio e a vivere da reclusi nel capannone. Ha 33 anni, č bulgaro, č un cuoco. Era arrivato in Italia per un lavoro. Ma č appena uscito da un incubo. Nel laboratorio ceramico in cui lavorava, a Castellarano, veniva trattato come schiavo, e insieme a lui altri due connazionali di 27 e 48 anni. Stando ai loro racconti erano impegnati 12 ore consecutive senza ricevere compenso, mangiavano una volta al giorno e la domenica erano costretti a ripulire i locali della ditta. I tre soggiornavano all'interno del capannone dell'azienda, specializzata nella produzione di mosaici, e non potevano uscirne. Nel cortile, a impedire la fuga, c'erano due grossi cani. Il laboratorio in realtā era all'interno di un cortile di un'abitazione privata, tutta l'area era piena di telecamere, per segnalare in tempo eventuali controlli da parte dei Carabinieri. Ma i militari di Castellarano hanno ricevuto la segnalazione da alcuni connazionali delle vittime. E hanno deciso di fare irruzione per verificare la situazione. Loro stessi hanno constatato che gli operai vivevano in condizioni a dir poco indigenti. L'azienda aveva cessato formalmente l'attivitā il 31 dicembre 2009. Il datore di lavoro, un uomo di 46 anni residente a Sassuolo ma domiciliato a Castellarano, č stato denunciato per violenza privata, minacce, violazioni in materia di lavoro nero e mancata contribuzione. Ora le indagini sono affidate al pubblico ministero Mariarita Pantani. Autore: Giulia Gualtieri Fonte: viaEmilianet.it Commenta questa notizia
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