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 Konstantina Kuneva
Atene: grave aggressione a sindacalista immigrata bulgara
15.01.2009
Il fatto è accaduto qualche settimana fa ma merita di essere raccontato. Il 23 dicembre 2008, Konstantina Kuneva, una immigrata bulgara che lavora come addetta alle pulizie della linea ferroviaria metropolitana Atene-Pireo, è stata vittima di una aggressione con l'acido solforico da parte di sconosciuti mentre stava rincasando dopo una giornata di lavoro.
La donna 44-enne, ricoverata in gravi condizioni nell’ospedale Evangelismos di Atene, è stata colpita al volto ed in altre parti del corpo. Secondo due medici, militanti del partito EEK, che l’hanno visitata in ospedale, ha perso la vista ad un occhio ed ha riportato lesioni al viso, all'apparato digerente e respiratorio. Sembra che sia stata costretta con la forza ad ingerire l’acido ed alcune fonti ritengono che lo scopo degli attentatori fosse quello di assassinarla.
Originaria di Silistra, Konstantina Kuneva è laureata in storia all’università di Veliko Turnovo. Da 7 anni risiede legalmente in Grecia dove vive con la madre di 68 anni ed il figlio 11-enne. E’ segretaria dell'Unione pan-attica del personale di pulizia e domestico (PECOP) organizzazione che conta 1700 aderenti in maggioranza donne; è nota per la sua intensa e generosa attività sindacale per la difesa dei diritti di una categoria composta per lo più da lavoratori immigrati, facilmente ricattabili, assunti da ditte private e poi affittati a servizi pubblici e privati.
Secondo fonti sindacali, pochi giorni prima del tragico evento, la sindacalista si era scontrata con la “Icomet”, una azienda greca del settore delle pulizie e lavoro interinale che opera su scala nazionale, denunciando delle irregolarità nella retribuzione: i lavoratori sarebbero costretti a firmare contratti “in bianco” di cui non ricevono mai la copia, lavorando 6 ore al giorno, ma pagate solo per 4,5 ore in modo da non raggiungere mai le 30 ore settimanali, limite oltre il quale l’attività verrebbe riconosciuta come lavoro usurante, con i relativi benefici contributivi previsti dalla legge.
La controversia riguarderebbe anche l'erogazione della tredicesima mensilità che l'azienda avrebbe voluto erogare solo nominalmente, versando realmente ai lavoratori solo una piccola somma. Un contenzioso legale era già stato iniziato. L'azienda, vincitrice dell'appalto per la metropolitana ateniese, risulterebbe essere di proprietà di Nikitas Iconomakis, un dirigente del partito socialista (Pasok), ed impiegherebbe “ufficialmente” 800 lavoratori (ma gli stessi lavoratori parlano di almeno 1500, mentre negli ultimi 3 anni sarebbero “passati” dalla ditta più di 3000 persone).
Secondo attivisti sindacali e politici, non vi è dubbio che il gesto intimidatorio sia stato causato dall’attività sindacale della donna che in passato aveva già ricevuto diverse minacce. Le indagini della polizia al momento non hanno portato ad alcun elemento concreto per individuare i mandanti e gli esecutori. Varie organizzazioni politiche e sindacali greche, bulgare ed europee si sono dichiarate solidali con la vittima ed alcune di esse si sono rese disponibili ad aiutarla materialmente.
Ad Atene ci sono state alcune manifestazioni di solidarietà, anche se alcuni hanno lamentato una scarsa attenzione dei media alla vicenda. Il 27 dicembre è stata occupata per protesta la sede della metropolitana di Atene; il 3 gennaio c'è stata una dimostrazione a cui hanno partecipato 2000 persone, organizzata dalla popolazione di Petralona, il quartiere di Atene dove vive Konstantina Kuneva. Un volantino distribuito in piazza recitava: “Konstantina è una di noi. La lotta per la dignità e la solidarietà è la nostra lotta! L’attentato contro Konstantina ci ha segnati tutti. Ha segnato la nostra memoria ed il nostro cuore che è pieno di dolore e di rabbia.”
Autore: P.M.
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