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La crisi del gas colpisce la Bulgaria
07.01.2009 - Sofia
I mezzi d’informazione bulgari riportano dati preoccupanti relativi alla situazione energetica del paese dopo la sospensione delle consegne di gas russo verso Europa Sud Orientale. Secondo il comunicato ufficiale del Ministero dell'Economia e dell'Energia bulgaro dal 6 gennaio ”le forniture di gas naturale della Bulgargaz, destinate al mercato di transito bulgaro per la Grecia, Turchia e Macedonia, sono stati interrotte alle ore 3.30; siamo in una situazione di crisi”. Gli impianti di teleriscaldamento su tutto il territorio bulgaro stanno diminuendo la fornitura verso le utenze oppure stanno sospendendo la loro erogazione. Diversi impianti industriali sono stai costretti a diminuire drasticamente la produzione, o a fermarsi completamente. “Bulgargaz” invita a ridurre il consumo e a cercare fonti alternative. Le aziende, per le quali sarà possibile, dovranno sostituire il gas con l’olio combustibile (mazut).
Il sindaco di Sofia, Bojko Borisov, ha spiegato che anche se le centrali di teleriscaldamento stanno passando al regime di alimentazione con mazut, gli utenti riceveranno solo la potenza minima per mantenere la rete in funzione. La priorità assoluta è la fornitura per gli ospedali ed le strutture sociali. Esiste un rischio elevato di chiusura delle scuole e degli asili in quanto sarà difficile mantenere le temperature necessarie per lo svolgimento dell’attività didattica nelle aule. Il numero delle scuole già chiuse nel tutto il paese è 72.
Non è tanto diversa la situazione nel resto della Bulgaria, se le forniture di gas non si riaprono entro qualche giorno c’è il pericolo che Varna rimanga senza pane, per la produzione del quale attualmente sono impegnate le ultime riserve di gas.
A volte le situazioni meno sviluppate si possono rivelare un vantaggio come nel caso di Plovdiv dove il ritardo nel processo della gassificazione ha portato meno difficoltà agli utenti privati. Purtroppo nel settore del’industria i problemi non mancano: le unità produttive a ciclo continuo faticano a funzionare con combustibili alternativi. Varie fabbriche hanno sospeso la produzione, subito dopo il blocco delle forniture di gas. Inoltre sono chiuse anche le cinque stazioni di metano della città.
Sembra che la Bulgaria sia trovata impreparata a questa situazione. Per la migrazione del combustibile da gas a olio combustibile ci vuole del tempo. Oggi il ministro dell'Economia e dell'Energia Peter Dimitrov ha dichiarato che la Bulgaria ha sufficienti scorte di olio, e nelle località dove manca ci sarà trasportato con la ferrovia.
Ieri, il presidente bulgaro Parvanov, come riferito dall’agenzia Focus, ha comunicato che a suo avviso bisogna avviare senza indugio la procedura per l’attivazione del blocco 3 della centrale nucleare a Kozludui, e se necessario anche il blocco 4, attualmente chiusi sotto la pressione dell’Unione Europea.
Nel frattempo il premier della Repubblica Ceca Mirek Topolanek presidente di turno dell’Ue ha avvisato oggi che "le forniture di gas dalla Russia dovranno riprendere da domani, altrimenti la presidenza UE dovrà prendere nuove iniziative".
Autore: D.P.
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Per approfondire: Notizie di Economia
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