"Alligator show". Ma i circensi erano schiavi 26.03.2008
Ridotti in schiavitù, costretti a vivere in due cassoni di autocarro infestati dagli scarafaggi, senza servizi igienici e senza cure sanitarie, le due figlie di 19 e 16 anni costrette ad esibirsi a rischio della vita, immerse in vasche di piranha e serpenti. A liberare ieri una famiglia di bulgari i carabinieri di Eboli, in provincia di Salerno, che hanno arrestato i presunti aguzzini, titolari del Circo Marino: Enrico Raffaele Ingrassia di 57 anni, il figlio William di 33 anni, entrambi di Santa Croce di Magliano in provincia di Campobasso, e il genero venticinquenne Gaetano Belfiore, originario del foggiano. A piede libero la figlia ventenne di Enrico Ingrassia e due cittadine bulgare, che avrebbero fatto da intermediarie. L'accusa è di tratta internazionale di esseri umani e riduzione in schiavitù. Un circo, forse, poco noto quello degli Ingrassia ma che prometteva al pubblico di famiglie e ragazzi un «Alligator Show», sul modello americano, come ce ne sono tanti ad esempio in Texas, dove chi si esibisce è addestrato ad avere a che fare con animali esotici e rettili. Secondo le indagini dei militari coordinate dal pm Mariella De Masellis, della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, gli Ingrassia invece ricorrevano sistematicamente a migranti dell'est ingaggiati attraverso una rete illegale, una vera e propria tratta che fruttava una discreta somma agli intermediari e conveniva anche ai titolari dell'impresa circense. La famiglia liberata ieri, a quanto riferiscono gli inquirenti, non era la prima a subire questo trattamento, dopo ogni fuga venivano ingaggiati altri. Reclutata a inizio anno, la famiglia liberata ieri viveva «segregata» nel campo, senza la possibilità di allontanarsi, sottoposta a turni di lavoro di 15/20 ore per una paga di 100 euro la settimana, dei 480 euro pattuiti, infatti, 380 venivano versati alla donna bulgara che aveva fatto da tramite. Le ragazze si esibivano senza nessuna protezione o allenamento specifico, il padre era addetto al montaggio e smontaggio del tendone e alla pulizia degli animali, la madre cucinava per tutti, puliva i camper e trasferiva gli animali dalle gabbie al tendone. In attesa del gip, ora sono in una casa protetta del salernitano. Autore: Adriana Pollice Fonte: Il Manifesto Commenta questa notizia Notizie
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