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Bulgaria-Libia: cittadino bulgaro rivela torture a 5 infermiere
17.05.2006Un cittadino bulgaro, detenuto in Libia assieme alle cinque infermiere bulgare e il medico palestinese condannati per aver trasfuso sangue infetto a circa 400 bambini in un ospedale pediatrico, afferma di essere stato testimone di torture inflitte alle sue connazionali.
"Le infermiere sono state picchiate a lungo con un grosso cavo. In seguito, sono state obbligate a correre, a strisciare e a rimanere in piedi su una gamba con le braccia alzate", ha dichiarato Smilian Tatchev in un'intervista a "Troud", il maggiore quotidiano del paese. Tatchev dice di aver trascorso 174 giorni nello stesso carcere delle infermiere bulgare e che una di loro gli ha raccontato di aver ricevuto degli elettrochoc e di essere stata nutrita tramite una sonda collegata a una sedia. "Ad un'altra, incapace di nutrirsi autonomamente, prendono delle crisi fortissime ogni volta che la porta della sua cellula si richiude", ha rivelato ancora Tatchev.
Le cinque infermiere bulgare sono state condannate in prima istanza alla pena capitale nel maggio del 2004 insieme al medico palestinese per la morte di 51 bambini: secondo l'accusa avrebbero trasfuso sangue infetto ad almeno 426 pazienti di un ospedale infantile. La Corte Suprema di Tripoli si è già pronunciata contro la sentenza: ora si attende il processo di appello che dovrebbe aprirsi l'11 maggio prossimo a Tripoli. A favore della grazia si è espressa anche l'Unione Europea, che insieme a Stati Uniti, Gran Bretagna e Bulgaria ha aderito a un fondo internazionale per la lotta all'aids in Libia. Fonte: AGE
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