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Migranti, schiave per legge
08.01.2004 - RomaUna notizia è certa: fra i tanti tagli e taglietti imposti con la finanziaria e passati in silenzio grazie ai maxi emendamenti, un capitolo di bilancio non avrà più risorse, almeno per quanto riguarda il ministero dell'Interno. Riguarda le spese relative all'articolo 18, uno dei pochi elementi positivi introdotti con la legge Turco-Napolitano.
La possibilità di usufruire di un percorso di protezione per le ragazze costrette in strada e che intendano ricostruirsi un progetto alternativo di vita. Fra luci ed ombre, gestioni più o meno oculate, sono state centinaia le ragazze che grazie a un simile programma si sono sottratte ai propri sfruttatori, hanno vissuto in strutture abitative protette, usufruito di percorsi di formazione e avviamento al lavoro, intravisto insomma la possibilità di determinarsi un futuro diverso. Evidentemente con la stretta di vite che si prevede anche in materia - vedi le proposte di legge del governo in materia di prostituzione - anche un supporto del genere comincia a divenire superfluo. Nulla pare ancora totalmente definito, è possibile che tutti i progetti di applicazione dell'articolo 18 vengano gestiti direttamente dalla Presidenza del Consiglio, fatto sta che mentre le spese per il 2004 sono per ora coperte, per l'anno successivo non se ne prevedono. Nell'agosto scorso, con l'approvazione della legge 228 che inaspriva le pene e allargava il campo degli ambiti in cui si poteva contestare la riduzione in servitù di una persona, si erano aperti spiragli interpretativi interessanti.
In teoria anche il lavoratore truffato, ricattato, non pagato, avrebbe potuto rivalersi nei confronti del proprio padrone senza ottenendo delle garanzie da parte delle istituzioni. Peccato che a fronte di una siffatta comprensione delle dimensioni e delle articolazioni dello sfruttamento, già da allora non sia stata predisposta alcuna copertura finanziaria: restavano i circa 5 milioni di euro che a mala pena permettono il sostegno ai progetti attualmente in piedi. Del resto tutto è in linea con il resto della finanziaria: probabilmente ai non fumatori che si sentono minacciati farà piacere sapere che parte del ricavato dell'aumento dei generi di tabaccheria verrà devoluto alla "sicurezza" e quindi a finanziare opere di contenimento come i Centri di permanenza temporanea (Cpt) piuttosto che a strutture di accoglienza. Per la nuova apertura di centri di detenzione e di identificazione le risorse sembrano infatti non mancare.
Altro tasto dolente resta quello del diritto d'asilo: fallita l'ipotesi delle aberranti direttive che si volevano imporre in sede europea durante il "semestre italiano" rimangono i tagli imposti al Pna (Piano nazionale asilo) che ha già visto ridotto del 50% le risorse a disposizione per garantire il minimo indispensabile.
Stesso destino accomuna i servizi di prima e seconda accoglienza: si demanda agli enti locali che non hanno risorse sufficienti e così aumenta a dismisura il numero di coloro che, in un inverno già rigido, si trovano a vivere in stabili occupati o comunque in condizioni di indigenza. Autore: Stefano Galieni Fonte: Liberazione
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