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Bulgaria: forte astensione alle comunali, ne approfittano gli ex-comunisti
27.10.2003 - SofiaI bulgari hanno manifestato la loro disaffezione per la classe politica disertando le urne alle elezioni comunali di domenica. Ne hanno tratto vantaggio gli ex comunisti, che sono ora in buona posizione in vista delle legislative del 2005.
Il primo turno delle elezioni comunali erano un test per il governo dell'ex re Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha, dal quale la popolazione si attendeva un consistente miglioramento del livello di vita dopo due anni di gestione del potere. La consultazione è stata contraddistinta da un tasso di astensione del 67%, un record dopo la caduta del comunismo nel 1989.
La debole partecipazione è andata a vantaggio del partito socialista (PSB, ex comunista), il cui elettorato è tradizionalmente molto attivo. Il PSB ha ottenuto, secondo risultati non ancora definitivi, il 33% dei voti al primo turno, contro il 21% attribuito all'Unione delle forze democratiche (ODS), un partito conservatore con il quale i socialisti si sono alternati al potere fino al ritorno, due anni fa, dell'ex re Simeone.
Il Movimento nazionale di Simeone II ha ottenuto il 10% e il Movimento per i diritti e la libertà, il partito della minoranza turca, ha conquistato il 9%. Questi ultimi due partiti, MNS II e MDL, formano insieme la coalizione che appoggia il governo nazionale.
«Gli elettori che si sono recati alle urne hanno sostenuto in modo inatteso piccole formazioni locali: un chiaro segnale di protesta», ha dichiarato il politologo indipendente Ivan Krastev. Secondo l'esperto Andrei Raïtchev, «è ora certo che il PSB vincerà le legislative nel 2005, due anni prima della prevista adesione della Bulgaria all'Unione europea».
«Un governo sociale è sempre più indispensabile», ha commentato il presidente del PSB Serghei Stanichev, che ha comunque rinunciato a chiedere la convocazione di elezioni anticipate. «Non sacrificheremo la stabilità del paese e l'adesione alla UE e alla Nato sull'altare delle nostre ambizioni politiche», gli ha fatto eco il vicepresidente Rumen Ovtcharov.
I portavoce del partito del premier Simeone, fondato due anni fa e quindi alla sua prima uscita alle amministrative, si sono detti soddisfatti del risultato in quanto si è messo fine al bipolarismo che prima regnava tra ODS e ex comunisti, confermando la marcia dei bulgari verso la democrazia.
I consigli comunali vengono eletti con il sistema proporzionale, mentre per i sindaci vale il maggioritario: per quelli che non escono eletti al primo turno con il 50% più un voto, ci sarà un turno di ballottaggio domenica prossima.
Sempre più incerta appare la partita per il sindaco a Sofia, dove il primo cittadino uscente, Stefan Sofianski (che due anni fa ha abbandonato l'Unione delle forze democratiche ed ha formato un suo partito), ha raccolto il 29,9% dei voti, seguito da Stoyan Alexandrov (29,7%), appoggiato dal partito socialista. Il candidato dell'Unione delle forze democratiche, Nadejda Mihailova, ha ottenuto il 25%. Il candidato del Movimento nazionale Simeone II, Vassil Ivanov, ha raccolto appena il 5%.
Proprio nella capitale si potrebbe avere la sorpresa più grossa di queste elezioni se al ballottaggio di domenica prossima a Sofia, che è sempre stata dopo il 1989 la roccaforte della destra, Sofianski dovesse essere battuto da Alexandrov. Fonte: SwissInfo
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