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Picchiato dal principale e costretto a pagare per essere regolarizzato
06.12.2002 - RomaPicchiato e minacciato di morte dal suo datore di lavoro. é finito così il sogno di un operaio edile bulgaro arrivato in Italia con il miraggio di una vita diversa e di un lavoro sicuro. L'operaio ha trovato il coraggio, alla fine di un lungo periodo di vessazioni, di denunciare la sua storia prima alla polizia e poi alla Fillea Cgil di Roma, che ora é parte civile nella causa contro l'imprenditore romano.
L'operaio edile ha raccontato che il datore di lavoro prima gli ha chiesto 800 euro per la regolarizzazione dei documenti, poi altri 825 euro per sistemare i contributi non pagati e usufruire così della legge Bossi-Fini. Ma le richieste di denaro non si sono esaurite e, al rifiuto dell' immigrato, sono scattate le minacce e infine l'aggressione. La storia dell' operaio bulgaro, ha affermato il segretario generale della Fillea Cgil di Roma, Sandro Grugnetti, é quella di molti altri immigrati, che arrivano nella nostra città con il miraggio di un posto sicuro e si trovano, «se sono fortunati, con un lavoro nero e sottopagati. Per arrivare a Roma ci sono immigrati che pagano fino a 450 euro ai caporali per trovare lavoro. La notte dormono in roulotte a pagamento, in case abbandonate o sulle panchine dei giardinetti. La paga giornaliera per mezza giornata é di 13 euro, quando va bene si arriva a 40 per l'intera giornata».
Secondo la Cgil sono ormai 30 mila i lavoratori immigrati impiegati nel comparto: il 10% del totale degli immigrati presenti a Roma. «E non bisogna dimenticare - ha aggiunto Grugnetti - che legato al problema dei lavoratori immigrati in edilizia, c'è anche quello della sicurezza. é importante garantire ai lavoratori extracomunitari non solo la certezza del lavoro e una loro reale integrazione nel tessuto sociale della città, ma anche il rispetto dei diritti umani. E la violazione delle norme di sicurezza nei cantieri della capitale é proprio una violazione costante di questi diritti.
Gli incidenti sul lavoro sono all' ordine del giorno: una piaga che bisogna eliminare». Fonte: Il Messaggero
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