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Hristo Jivkov si racconta: «Da Olmi a Marco, due grandi maestri»
21.07.2002 - Bobbio«Chi é Nikolas, il medico che io interpreto nel cortometraggio che Marco Bellocchio sta girando a Bobbio con gli allievi del suo laboratorio? È, semplicemente, uno straniero: una persona che trova diffidenza e incomprensione attorno a sé, che non riesce ad aprirsi con le persone che lo circondano perché non padroneggia a sufficienza la loro lingua. Questo isolamento, però, si trasforma per lui in una forza imprevista, perché lo spinge a riporre fiducia unicamente in se stesso: ed é questo silenzioso dominio di sé che gli sarà utile nel momento decisivo».
Così il protagonista del «corto» che viene girato in questi giorni a Bobbio dagli allievi del laboratorio «Farecinema» sotto la supervisione di Bellocchio ci viene presentato dal suo interprete Hristo Jivkov: un ragazzo di 27 anni magro e gentile, dall'aria dimessa, in cui sarebbe difficile riconoscere a prima vista (se non fosse per il suo intenso sguardo color acquamarina) il volto profondo e drammatico del Giovanni dalle Bande Nere protagonista di «Il mestiere delle armi», lo splendido film di Ermanno Olmi che dall'anno scorso va imprimendo il nome e il viso del bulgaro Jivkov nel cuore dei cinefili di tutta Europa.
«È vero, dal vivo non somiglio alla faccia che ho nel film. A Cannes ho incontrato “in borghese” Ermanno Olmi e lui non mi ha riconosciuto. Ho dovuto dirgli: “Maestro, ciao!” « ride Hristo, che prende con umorismo anche la sua nuova notorietà - "Io continuo a vivere in Bulgaria, a Sofia: nel mio Paese il film non é stato distribuito e nessuno l'ha visto» commenta.
Il cortometraggio che a Bobbio ha iniziato le sue riprese l'altro ieri (non esiste ancora un titolo definitivo; quello provvisorio é «Oggi é una bella giornata") é liberamente ispirato al racconto di Bulgakov «Gola d'acciaio», dal cui soggetto la sceneggiatrice Daniela Ceselli ha elaborato il copione finale coi venti allievi del laboratorio. Il testo di Bulgakov vede protagonista un medico inviato, nei primi anni del Novecento, in un villaggio di contadini russi poveri e superstiziosi: quando gli portano davanti una bimba colta da un attacco di difterite fulminante, egli le pratica una tracheotomia per salvarla, pur sapendo che i parenti di lei - che prenderebbero con fatalismo la morte della piccola se egli non agisse - lo incolperebbero di un intervento compiuto senza successo. Spinto dalla propria coscienza, il medico agisce contro il proprio più gretto interesse e la sua rettitudine viene premiata con la salvezza della bambina.
Nel film (girato nel vecchio ospedale di Bobbio con la consulenza scientifica dei medici del pronto soccorso locale), l’azione si svolge ai giorni nostri, in un paese di montagna. Nikolas (Jivkov) é un medico straniero male integrato in paese e visto con diffidenza dagli abitanti del luogo, che compie un coraggioso intervento su una bimba in stato di shock anafilattico per la puntura di un insetto (la piccola paziente é magistralmente interpretata dalla bobbiese Benedetta Sartori, 5 anni; il padre é Paolo Kessisoglu di «Le iene") nonostante i consigli disfattisti del vecchio infermiere Gianni (l'attore bobbiese Gianni Schicchi, interprete-feticcio di Bellocchio).
«Dopo aver girato con Olmi - dice Jivkov, che ha interpretato 7 film in produzioni bulgare, italiane, francesi e americane prima del colpo fortunato dell'anno scorso - lavorare con un maestro come Bellocchio é una grande occasione di crescita, anche perché io stesso sono un regista. Sono allievo dell'Accademia Nazionale di Cinema e Teatro di Sofia: ho girato 5 film e tra poco girerò il sesto». Ma per te pensi a un futuro di regista o di attore? «Per adesso non penso niente: aspetto» ride lui. Autore: Oliviero Marchesi Fonte: Libertà
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