|
|
Economia: la situazione va precipitando
21.06.2000 - Sofia
La situazione va verso il precipizio, dopo che da lungo tempo è stata
sottoposta a colpi da tutte le parti. Negli ultimi tempi al premier Kostov non
accade nulla di buono. A tale punto nulla di buono che non ha più nemmeno la
forza di guardare il nostro stato dall'alto del suo aereo e di dire che
meraviglioso giardino è diventato sotto il suo governo "blu" [il
colore della SDS, che guida l'attuale governo - N.d.T.]. E cosa mai si può
ormai ammirare (anche dall'alto del cielo) se addirittura i dati forzatamente
addomesticati dell'Istituto di Statistica Nazionale (NSI) disegnano a tratti
sempre più chiari un quadro da fare spavento. In questi giorni, secondo
un'indagine condotta dal NSI sui budget delle famiglie, si è giunti alla
conclusione che il bulgaro medio mangia sempre meno.
Non perché si è messo da
solo a dieta seguendo l'esempio del primo ministro e di sua moglie, ma perché
vi è costretto. E non sono privazioni che riguardano solo qualche
"extra" come la carne, il latte, la frutta, la verdura e altri
prodotti alimentari "di lusso". Le tasche vuote del bulgaro medio,
infatti, lo costringono a ridurre drasticamente perfino il consumo di pane. Le
statistiche indicano che nel nostro paese da lungo tempo non si consumavano così
pochi generi di prima necessità, come avviene oggi. Il livello di vita dei
bulgari è tornato a essere quello del 1965, quando, come si ricorda ancora gran
parte della popolazione, ci eravamo avviati sulla via della costruzione della
società socialista, "dopo il periodo di transizione dal capitalismo al
socialismo", ma ancora un bel po' prima che l'edificazione della società
socialista avesse preso il via. Così oggi veniamo nuovamente rispediti al
livello di vita di 35 anni fa, nelle fasi precoci del socialismo. Con il piccolo
particolare che la quantità di carne che il bulgaro medio consumava allora
rimane identica (poco più di 3 kg. al mese), mentre il consumo di pane è
diverso. E' diminuito di due volte rispetto ai 22,12 kg. in media per persona
del 1965. Perfino nel difficile biennio 1989-1990 mangiavamo 2 kg. al mese di
pane e verdura fresca in più. Tutto questo i nostri governanti lo sanno.
L'unico loro problema, come è diventato chiaro già a febbraio, è stabilire se
siamo poveri o molto poveri. In quell'occasione l'élite "blu" ha
optato per la definizione di "poveri".
Ora tuttavia emerge dai dati
del NSI che il bulgaro medio (cioè la stragrande maggioranza della nazione) non
è povero, bensì letteralmente allo stremo. Ma perfino questo non suonerebbe
così tremendamente, se non ci fosse la presa in giro da parte delle forze di
governo. Il più grande colpevole della spaventevole diminuzione del potere di
acquisto dei bulgari è la disoccupazione. E i governanti lo sanno. Lo stesso
Kostov la ha definita più volte come il problema maggiore. Ma è una vera presa
in giro mentire nel "Programma 2001", appena riscritto, affermando che
si conta sull'apertura di 250.000 posti di lavoro e alcuni mesi dopo uscire
fuori con qualche giustificazione alla bell'e meglio e porre delle condizioni
per quanto è già stato promesso.
L'altroieri siamo venuti a sapere che secondo
le attuali previsioni il prodotto interno lordo andrà a colpire l'obiettivo di
25,5 miliardi di lev [un lev è pari all'incirca a 1.000 lire italiane -
N.d.T.]. Allora il governo, si dice, potrà finalmente reindirizzare i propri
sforzi verso la risoluzione del problema della disoccupazione e lo stimolo alla
creazione di nuovi posti di lavoro. Ma nonostante il PIL continui ad aumentare,
il galoppo della disoccupazione rimane da vero "campione". Il numero
delle persone rimaste senza lavoro è aumentato in Bulgaria del 40% in un anno
[secondo gli ultimi dati la disoccupazione ufficiale è al 19%, rispetto al 13%
circa di un anno fa - N.d.T.]. I disoccupati registrati sono oltre 700.000.
"La disoccupazione in Bulgaria è qualcosa che dovrebbe spaventare ogni
politico", ha scritto l'autorevole pubblicazione britannica "Economist
Intelligence Unit" nel suo ultimo rapporto sul nostro paese. I politici
bulgari tuttavia non si spaventano. In realtà non gliene frega un bel niente.
Sarà interessante vedere, però, quanti dei disoccupati e degli affamati si
metteranno in fila per andare a votare.
Autore: Anelija Ivanceva Fonte: Monitor Traduzione: Andrea Ferrario - Notizie Est
Per approfondire: Notizie di Economia
Commenta questa notizia
Notizie
|