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La sede dell'Università di Sofia
Verso la metà del XIX secolo la Bulgaria, pur distante a poche
ore di ferrovia da Vienna, ora per lo straniero un paese lontano e sconosciuto.
I bulgari come popolo erano praticamente un'incognita. In Occidente ne sapevano,
dai libri a loro dedicati, più o meno tanto quanto si sapeva della tribù degli araucani
in Cile o di quella di yoruba in Africa occidentale. Altrettanto "noti" erano anche
gli altri paesi slavi.
I bulgari non potevano fare molto per migliorare le
cose. Gli eruditi si contavano sulle dita. Mentre in Europa, a prescindere da alcuni
momenti critici, lo sviluppo culturale poggiava sulla continuità e la tradizione,
nelle terre bulgare questi cardini vennero recisi dallo yatagan ottomano. Verso
la fine del XVIII secolo, quando in Occidente gli atenei segnalavano il loro mezzo
millennio di esistenza e i lumi del pensiero europeo si agitavano sotto l'influsso
delle idee di Voltaire, Rousseau e Montesquieu, in Bulgaria scolari assetati di
scienza sillabavano sotto la bacchetta di maestri-monaci, assimilando la "saggezza"
della Bibbia in una lingua scritta che ormai nessuno parlava più. Con la cultura
mondiale essi comunicavano indirettamente, con la mediazione delle più avanzate
a quei tempi culture greca e serba, un fatto deplorevole, tenendo presente che nel
Medioevo i bulgari stavano sul piano culturale alla pari degli altri europei.
Perciò è così sbalorditivo il solo pensiero che dopo l'edizione del primo manuale
di scuola bulgaro, il cosiddetto "Abbecedario del pesce" nel 1824, in meno di un
quarto di secolo, il paese risultò coperto di una fitta rete di scuole. Solo un
decennio dopo l'introduzione in Gran Bretagna del metodo di Lancaster, secondo cui
un maestro poteva insegnare simultaneamente a più allievi, questa metodologia venne
adottata anche nelle terre bulgare.
Parallelamente alle scuole elementari,
ancora prima della guerra di Crimea, in Bulgaria apparvero scuole medie e dopo la
guerra anche scuole medie superiori.
I bulgari dell'epoca risorgimentale,
avendo ormai dietro alle spalle una certa esperienza storica e fede nelle proprie
forze, intavolarono l'idea di istituire anche un ateneo. Già Vassil Aprilov, esponente
della cultura risorgimentale bulgara, il quale negli anni '40 del XIX secolo aveva
lanciato un fervido appello ad un'istruzione bulgara moderna e aveva materialmente
aiutato e finanziato la scuola di Gabrovo, sognava il giorno in cui i bulgari pure
avrebbero avuto un loro "Istituto di somma scienza". Nel suo testamento lasciò denaro
per "la trasformazione della scuola di Gabrovo in Accademia di teologia, Liceo o
Università"
Dopo la liberazione dalla dominazione ottomana nel 1878 i bulgari
avevano già un proprio Stato che pur non abbracciando nei suoi confini l'intera
nazionalità, creava presupposti ad uno sviluppo accelerato. I nuovi statisti cullavano
l'ambizione di far sì che la Bulgaria, in pochi decenni soltanto riducesse la distanza
che la separava dagli Stati europei. Per realizzare un proposito così ambizioso
però ci volevano dei quadri qualificati. La nuova amministrazione, le condizioni
nuove di vita economica, le nuove esigenze verso la cultura contavano tutte sulle
nuove leve, perché di vecchie non ne esistevano. Il nuovo Stato rilasciò quindi
decine di borse di studio per l'estero. Nel paese vennero aperte molte scuole nuove,
vennero invitati insegnanti di altri paesi slavi con maggiore esperienza pedagogica
e superiore livello d'istruzione. Ma contare solo su specialisti formatisi all'estero
costava caro. Ancora nel 1880 l'allora ministro dell'istruzione Ivan Ghiuselev presentò
all'Assemblea Nazionale la proposta di creare "una scuola superiore bulgara (Università)
che abbracci le scienze giuridiche, naturali, mediche e tecniche".
Nel corso
delle celebrazioni del Millenario della morte di Metodio, uno dei creatori dell’alfabeto
slavo, nel 1886, con la diretta partecipazione e sostegno del principe bulgaro Aleksander
Battemberg, venne aperta una colletta per la fondazione di un'università bulgara.
Contemporaneamente, a Plovdiv,
allora capitale della Rumelia Orientale (in seguito al Trattato di Berlino la Bulgaria
liberata fu suddivisa in tre parti, di cui una era appunto la Rumelia Orientale
- l'odierna Bulgaria meridionale) si stava procedendo all'apertura di un triennale
corso superiore di giurisprudenza, però gli avvenimenti che vi seguirono - l'Unificazione
del paese nel 1885 e la guerra con la Serbia bloccarono l'iniziativa.
Il
passo più importante in merito venne compiuto nel 1887, quando il Ministero dell'istruzione
nazionale decise di istituire il cosiddetto Corso di pedagogia superiore con due
profili - storico-filologico e fisico-matematico. Il corso "col tempo e secondo
i fabbisogni" avrebbe dovuto prolungare la sua durata da uno a due anni.
Il 1 ottobre dell'anno successivo e cioè nel 1888, nell'edificio del ginnasio maschile
di Sofia si sedettero sui banchi i primi studenti iscrittisi al I corso superiore
di pedagogia. Così fu posto l'inizio, seppur modesto, dell'istruzione universitaria
bulgara. In meno di sei decenni, la società bulgara fece il balzo dall'elementare
pseudoistruzione quasi medievale a quella di tipo nuovo e moderno, a livello europeo.
In pochi anni la Scuola superiore si trasformò in un piccolo ateneo di tipo
europeo, presieduto da un rettore e da un Consiglio accademico che lo doveva aiutare
nell'assolvere le sue funzioni. Si articolarono quindi delle facoltà, rispettivamente
di diritto, teologia e medicina con i rispettivi decani e consigli di facoltà. Nel
1891 si laureò il primo corso universitario bulgaro che contava 57 studenti - 34
del profilo storico-filologico e 23 di quello fisico-matematico.
Verso il
1904 la Scuola superiore contava 563 studenti di cui 83 studentesse. Era l'anno
in cui venne ufficialmente denominata Università "Fratelli Evloghi e Christo Gheorghiev",
Così, pur ritardando rispetto agli altri paesi balcanici, ma ad un quarto di secolo
soltanto dalla sua liberazione, la Bulgaria vantava già un proprio istituto d'istruzione
superiore.
Evloghi Gheorghiev, ricco commerciante e mecenate bulgaro che
durante la schiavitù ottomana era emigrato a Bucarest, 4 anni dopo la liberazione
della propria Patria aveva previsto nel suo testamento la somma di 6 milioni di
leva d'oro per un futuro ateneo bulgaro. Per rendere un'idea delle portate della
donazione, rileviamo che lo stesso anno, l'Assemblea Nazionale aveva devoluto per
i fabbisogni dell'istruzione (la popolazione del paese era a quell'epoca 3 milioni
di abitanti) appena un milione e 800 mila leva.
Fedele ai suoi princìpi,
E. Gheorghiev non condivise questa sua intenzione neanche con gli amici più intimi
e solo nel 1896 fece il primo passo in tal senso. Dichiarò, per segnalare la normalizzazione
dei rapporti Bulgaria-Russia, rotti durante l'amministrazione di Stefan Stambolov,
di cedere un terreno a Sofia di 10.000 mq, di sua proprietà, e di donare la somma
di 800 mila leva per la costruzione della sede della futura università.
Solo
nel 1897, dopo la morte del mecenate, si venne a sapere che oltre alle 800 mila
leva, E. Gheorghiev aveva lasciato altri 6 millioni di leva per la fondazione di
un'università. Da rilevare che nel testamento del donatore si sottolineava espressamente
la necessità di insegnare nel futuro ateneo discipline che "appartenessero prevalentemente
alle scienze positive e avessero applicazione nell'industria".
Nel 1924 iniziò
la costruzione dell'edificio del Rettorato che a tutt'oggi è tra i più monumentali
nel centro di Sofia. Il progetto è dell'architetto francese Breagon, rielaborato
dal bulgaro Jordan Milanov. La solenne inaugurazione degli edifici del Rettorato
e della Biblioteca universitaria ebbe luogo nel 1934. Le spese di costruzione vennero
coperte quasi interamente dalle somme donate da E. Gheorghiev. Il governo si assunse
appena il 6 per cento delle spese.
Più tardi, uno dei primi e più famosi
professori universitari in Bulgaria, prof. Ivan Shishmanov ebbe a scrivere che con
quel suo gesto E. Gheorghiev era riuscito a erigersi un eterno monumento.
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Gli interni |
L'Università di Sofia fu creata negli anni dell'amministrazione
di Stefan Stambolov che per 7 anni stette a capo della Bulgaria come primo ministro
o piuttosto, la considerazione è dei suoi stessi contemporanei, come dittatore.
Era fermamente deciso di bruciare le tappe, affinché il paese raggiungesse l'ovest-europeo
in un batter d'occhio, Purtroppo le sue ambizioni concernevano soltanto le sfere
economica, militare e diplomatica. Non gli passava neanche per la mente che il progresso
economico avrebbe dovuto essere collegato alla democratizzazione del sistema politico.
Frutto delle sue concezioni fu anche lo statuto dell'ateneo neoistituito.
L'Università di Sofia venne messa sotto il controllo del Ministero dell'istruzione
pubblica e la partecipazione di studenti e docenti alla vita politica; non era affatto
raccomandabile, Naturalmente, risultò impossibile chiudere in una torre di alabastro
l'avanguardia sempre più numerosa dell'altrimenti esigua intellighenzia bulgara.
Studenti e docenti universitari collaboravano ai giornali dell'opposizione, parteciparono
alle dimostrazioni indette nei giorni in cui Stambolov venne destituito. Nel 1897
gli universitari di Sofia scesero in piazza per protestare contro l'assassinio politico
di Aleko Konstantinov,
uno dei più amati scrittori bulgari.
Agli inizi del secolo in corso, in seno
agli universitari bulgari si fecero strada le nuove idee socialiste ed era naturale.
La maggioranza di essi apparteneva per origine agli strati medi o poveri della società
di quell'epoca. Essi tentarono più volte di imporre le loro concezioni di attiva
partecipazione alla vita pubblica, ma il Consiglio accademico reagì piuttosto negativamente.
Le associazioni studentesche vennero sciolte e gli ideatori espulsi dall'università.
Il battesimo vero e proprio degli studenti nella lotta politica ebbe luogo nel
gennaio del 1907. Alla solenne inaugurazione del Teatro nazionale di Sofia doveva
presenziare anche il principe bulgaro Ferdinand. Gli studenti che consideravano
se stessi l'élite intellettuale della nazione ricevettero appena una trentina di
inviti. Offesi, essi accolsero la carrozza del sovrano davanti a1 teatro non con
ovazioni, ma con assordanti fischi. In realtà quello era soltanto un pretesto, l'ultima
goccia che fece traboccare il vaso del malcontento dovuto ai metodi autoritari del
principe-tiranno che aveva calpestato brutalmente il parlamentarismo borghese, favoreggiando
apertamente i politici ligi.
La reazione del governo fu immediata, non ponderata
e brutale. L'università venne chiusa, tutti gli studenti - espulsi e gli insegnanti
licenziati. Il ministro della pubblica istruzione, prof. Ivan Shishmanov, insigne
scienziato e docente universitario, rassegnò le dimissioni. La situazione venutasi
a creare era senza precedenti. Ben presto i governanti resero conto di aver commesso
un errore, ma non si arresero. Cercarono di nominare nuovi professori universitari
tra gli insegnanti di Sofia - pochissimi accettarono. Invitarono insegnanti dall'estero
- pochi vennero. Annunciarono una nuova campagna di iscrizione di studenti quasi
nessuno si iscrisse. La guerra tra l'università sostenuta dall'opinione pubblica
e il governo durò un anno. In fin dei conti, il gabinetto cadde, avendo perso la
fiducia della società con il suo brutale atteggiamento verso l'istruzione superiore
nel paese. Il nuovo governo si affrettò a revocare tutte le misure repressive e
dal 1908 l'Università di Sofia riprese la sua attività.
Passando in carrellata
i nomi dei professori e dei docenti che insegnavano all'Università di Sofia nei
primi decenni della sua esistenza, non possiamo non rimaner sorpresi della capacità
di un paese come la Bulgaria, appena liberatasi dopo quasi 5 secoli di schiavitù
straniera, di dar vita ad una pleiade di uomini di talento e di cultura, energici
e ambiziosi, atti ad elevare il livello spirituale della nazione, se non proprio
fino a quello europeo, almeno ad un livello tale da permettere l'assimilazione della
cultura europea.
I primi insegnanti si erano brillantemente laureati in diversi
atenei di prestigio dell'ovest-europeo e della Russia. Eppure non esitarono a tornare
in Patria, a lavorare sodo in condizioni difficilissime, quasi senza possibilità
di svolgere una qualche attività di ricerca, perché a quell'epoca, le biblioteche
in Bulgaria erano poche e in fase embrionale. All'estero invece avrebbero avuto
tutte le condizioni per fare una carriera scientifica, brillante e vivere una vita
tranquilla.
Tornarono e senza sopravvalutare minimamente le qualità del proprio
popolo, fecero di tutto affinché esso potesse occupare il posto che si meritava
tra i popoli civilizzati d'Europa.
Ecco i nomi dei primi professori universitari:
il primo rettore, il filologo Aleksander Teodorov-Balan; il filologo e storiografo
Liubomir Miletic; il filosofo Ivan Gheorgov : lo storiografo Dimitar Agura; il giurista
Christo Stoianov, il poeta Stoian Michailovski; il fondatore della geologia bulgara
Gheorghi Matarski. Due erano gli indirizzi principali dell'attività dei giovani
insegnanti. Coloro che seguivano il primo si adoperavano per avvicinare la società
bulgara agli standard della già affermatasi cultura occidentale. Da menzionare tra
di loro il filosofo e criticò letterario dott. Kiril Krastev, il quale agiva con
coerenza e ostinazione, a volte mancando di tatto e di buon senso persino, per imporre
alla società bulgara criteri estetici, frutto di esperienza straniera, che poco
si addicevano allo sviluppo storico sociale del paese.
I seguaci del secondo
indirizzo ponevano l'accento sul sollecito conseguimento di progressi, compensando
l'arretratezza nello studio della società bulgara, della cultura e della storia
nostrane, della natura e delle ricchezze delle terre bulgare. All'indomani del suo
ritorno in Patria, il prof. Ivan Shishmanov scriveva già istruzioni per la raccolta
di dati sugli usi e i costumi popolari. La sua prolifera penna lasciò tracce in
tutte le sfere della folcloristica e della scienza letteraria. L. Miletic studiava
l'antica letteratura bulgara. Lo storiografo V. Zlatarski, sin da giovane, si era
preposto il colossale compito di stendere la storia dello Stato medievale bulgaro
- un'opera che superava le possibilità di un uomo solo, ma i cui risultati gli facevano
onore. Il geologo G. Zlatarski compilò le prime descrizioni scientifiche delle catene
montuose in Bulgaria.
Articolo di Ivan Ilchev
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