IVAN VAZOV (1850-1921) | ||||
Poeta nazionale per eccellenza Ivan Vazov nasce a Sopot il 27 giugno
1850. Istradato a studi commerciali, nel 1870 si trasferisce in Romania, dove si
avvicina ai circoli degli emigrati bulgari che lottano per rendere indipendente
la loro patria. L'esordio letterario, coronato da successo, è del 1872: sulla rivista
"Periodichesko spisanie" (Rivista periodica) viene pubblicato il poemetto Borat
(Il pino), accolto con vivo entusiasmo dai giovani patrioti bulgari. Dopo la liberazione
della Bulgaria nel 1878, Vazov torna in patria e comincia un'intensa attività politica.
Durante la dittatura di Stambolov è costretto a riparare a Odessa. Qui compone il
romanzo Pod igoto (Sotto il giogo), una delle opere più importanti della letteratura
bulgara. Rientrato in patria nel 1889 fonda la rivista "Dermica" (Stella mattutina)
alla quale collaborano i giovani letterati più promettenti. Dal 1897 al 1899, caduto
Stambolov, torna alla politica e ricopre la carica di Ministro della Pubblica Istruzione.
Lasciato l'incarico ministeriale si dedica totalmente a commentare da letterato
gli avvenimenti politici e sociali della sua patria, vivendo da vicino le speranze
e le delusioni dei suoi connazionali. Muore a Sofia il 23 settembre 1921. L'opera
di Vazov abbraccia tutti i generi letterari: dalla lirica al romanzo, dalla novella
al dramma. Un soffuso sentimentalismo, cui fa da sfondo la storia culturale e civile
del suo popolo, pervade i suoi scritti. Nei versi di Vazov risuonano accenti poetici
dai toni differenti e non sempre il poeta riesce a mantenere elevato il canto. Eppure
la sincera passione che lo guida in tutte le sue opere in versi - tra le quali vanno
ricordate le odi storico-filosofiche, composte negli anni ottanta, raccolte in Epopeja
na zabravenite (Epopea dei dimenticati) -, fa si che Vazov debba venir considerato
un punto di riferimento ineludibile per tutto il mondo letterario bulgaro a lui
contemporaneo, sia per quanti vorranno seguire le sue orme sia per quanti vorranno
opporsi all'imperante "vazovismo"di maniera. IL PINO (BORAT) Là dove vedi, superbo titano, là dove sulla base di granito, in quel cantuccio di gaiezza pieno, C'è chiasso intorno: là tutto è silente, E quello stira placido e vetusto, I rami come un cedro secolare I più vecchi fra i monaci del sito E chi sa mai quante gloriose e quante Ha vissuto così secoli interi Ma quando giunse nel pieno splendore In una notte scura nera nera Rintronavan le valli e le campagne, Indomito, accigliato, Eccolo a terra! Al suol giace supino: Della bufera si placò il furore MUSALLÀ (MUSALLA) In alto ti sollevi, Che guardi, di là su, Sei grande, irraggiungibile, - I miei segreti vuoi? - ALL'ITALIA (ITALIJA) Salute, Italia, terra beata, Terra d'eterni poeti, eterna Salute, Italia! Lontana ancora Volo ai tuoi monti, agli Appennini, Io del Balcano libero figlio Verso te volo, a te saluto A te il saluto della Bulgaria. Naviga, o nave, portami là, IL VESUVIO (VEZUVIJ) Ne la corazza sua di lava nera, Pompei, Ercolano e Stabia a le sue falde Scende la notte, la natura tace, Poesia Bulgara - Hristo Smirnenski << | Poesia bulgara | >> Poesia Bulgara - Le traduzioni di Leonardo Pampuri
|
||||