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E' molto singolare la sensazione che prova il visitatore varcando
la soglia dei solidi portoni di legno dei monasteri bulgari per penetrare nella
quiete dei loro cortili, ornati di rigogliosi bossi, di fiori variopinti sotto pergolati
carichi di viti, di fontane di pietra di zampilli argentei e canori.
Per
la loro architettura e arredamento i conventi somigliano alle case risorgimentali.
Le icone che ornano le loro chiese sono scevre di elementi di rigidità, di ascetismo
e di misticismo: gli occhi dei santi sono gli occhi intelligenti di persone vive,
di persone che hanno una ricca vita interiore. I colori ricchi e smaglianti degli
affreschi sfidano il tempo per esaltare il talento dei loro artefici - maestri formatisi
in seno al popolo.
I monasteri hanno avuto un ruolo particolare nella storia
bulgara. Nei monasteri sorgeva, si arricchiva e si conservava la cultura nazionale.
Nel periodo del giogo ottomano
(XIV-XIX sec.) unicamente nei conventi fu possibile conservare e moltiplicare i
valori spirituali creati dal popolo. Più tardi, nell'epoca del
Risorgimento e del
movimento di liberazione nazionale
(XVIII-XIX sec.), essi divennero centri di attività illuministica e rivoluzionaria,
rifugio sicuro dei militanti per la libertà.
Oggi i monasteri sono preziosi
monumenti della cultura. Essi sono tutelati, mantenuti in buono stato e restaurati.
Sono visitati da migliaia di persone di ogni parte del mondo che portano con sé
il ricordo delle opere immortali dei maestri bulgari.
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