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FIORI E SPINE DI VIA EGNATIA
Autore: Petrova-Ghiuselev Anna M.
Anno: 2011
Editore: Tracce
Pagine: 96
Prezzo: EUR 11,00
ISBN: 9788874337736
L’Autrice ci offre versi nitidi e incisivi, con una forza espressiva che coinvolge e suggestiona.
Si tratta di una forma di poesia lirica originale e moderna, attenta alle suggestioni del paesaggio interiore più che di quello esteriore. D’altronde si intende per poesia lirica quella poesia che in origine, presso i Greci, veniva cantata con l’accompagnamento del suono della lira, mentre oggi viene considerata poesia affettiva, nella quale prevale l’espressione della pura soggettività del poeta. Ma nella lirica emerge anche una cantabilità , una forza musicale del testo che va al di là della metrica tradizionale. Una silloge di poesia, questa, che si propone quindi tra le più valide e interessanti degli ultimi anni.
Dalla prefazione di Ubaldo Giacomucci
Questi versi di Anna Maria Petrova-Ghiuselev, raccolti sotto l’unico suggestivo titolo di Fiori e spine di Via Egnatìa, configurano un percorso evocativo all’interno del quale talune nomenclature della geografia bulgara si rincorrono nella mia memoria, per aver avuto, in tempi remoti, l’onore e l’onere di occuparmi dei rapporti culturali dell’associazione Italia-Bulgaria, e per questa ragione, di aver percorso e frequentato luoghi irripetibili nella memoria, da Sofia alla deliziosa Plovdiv, con suggestive puntate verso il mare di Varna, ricco di percezioni impressioniste, come se da quella sabbia deliziosa spuntassero all’improvviso i fiori più che le spine che Anna Maria vede e celebra nelle sue liriche. Le quali ultime posseggono un ritmo di scansioni in cui il nodo della memoria interviene fino a tenere bene uniti i filamenti di un émpito poetico sotteso di suoni e marcature: sicché i singoli nodi tematici che sono al fondo dell’ispirazione consentono all’intero novero espressivo di distendersi, accompagnato da onde non soltanto sonore, bensì in grado di occupare l’intero patrimonio della vita, degli incontri, dei sobbalzi, di tutto quanto insomma appartiene all’universo sconfinato della poesia. Ecco allora che linguaggio e memoria si fondono, fino a costruire un sostanzioso e consapevole spazio unitario e globale, dal quale – e non è davvero poco – una sorta di spirito bulgaro – per come io l’ho conosciuto – emerge, travalicando la finzione della lingua poetica, e situandosi invece nel patrimonio della ricordanza.
Dalla postfazione di Walter Mauro
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